FESTIVAL “ECCO COME PARLA LA VERITA’”: TEATRO DI VILLA TORLONIA – 6, 7, 8 OTTOBRE – ORE 19.15
PIRANDELLO 150
IL COMITATO PROMOTORE: Andrea Camilleri presidente – Annamaria Andreoli, Nino Borsellino, Antonella Ottai, Giorgio Patrizi, Paolo Petroni, Claudio Strinati
con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturalii e del Turismo
PRESENTA IL FESTIVAL
“ECCO COME PARLA LA VERITA’”, a cura di Paolo Petroni
TEATRO DI VILLA TORLONIA – 6, 7, 8 OTTOBRE – ORE 19.15
Signora Ponza: “Io sono colei che mi si crede”– Laudisi: “Ecco, o Signori, come parla la verità”
Il programma prevede due interventi a serata a partire dalle 19,15
Venerdì 6 Ottobre:
GIORGIO PATRIZI: “Pirandello: le parole, le vite, le verità”
UMBERTO GALIMBERTI: “Le vie errabonde della verità”
Sabato 7 Ottobre:
VALERIO MAGRELLI: “Poesia e verità: il legame dei legami”
REMO BODEI: “Pirandello e la finzione”
Domenica 8 Ottobre:
GIANCARLO DE CATALDO: “L’insostenibile verità della giustizia”
GABRIELE LAVIA: “Pirandello, il fiore e la morte”
Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti. Per la seconda lezione di ogni sera avranno la precedenza coloro che saranno presenti anche alla prima.
È gradita una libera donazione all’entrata a favore delle attività dell’Istituto.
Il Festival è realizzato in collaborazione con il Teatro di Roma
Tra le manifestazioni organizzate dall’Istituto di Studi Pirandelliani e sul Teatro Contemporaneo in occasione dei 150 anni dalla nascita di Luigi Pirandello, sono in programma tre serate a cura di Paolo Petroni, da Venerdì 6 a Domenica 8 Ottobre al Teatro di Villa Torlonia (grazie alla supporto del Teatro di Roma che lo gestisce), sul centrale tema pirandelliano della Verità e dell’Identità, le sue implicazioni filosofiche e culturali, con lezioni magistrali di studiosi pirandelliani e di specialisti che amplieranno il discorso, collegando le intuizioni anticipatrici di Pirandello con il loro sviluppo sino ai nostri giorni.
Luigi Pirandello, come è noto, si affaccia alla cultura europea a partire dalla sua esperienza di studi universitari in Germania. Dalla frequentazione di questa cultura e delle principali correnti di pensiero dell’epoca -dai tardoromantici ai positivisti, ai neoidealisti e ai fenomenologi- matura una visione del mondo improntata ad un relativismo assoluto, che rifiuta ogni possibile ontologia per elaborare un pensiero che privilegia l’identità dei singoli individui, colta nella sua irriducibile peculiarità. La verità, in questo sistema, non è un valore dato, un principio, ma piuttosto una convenzione. Le verità –in un plurale irriducibile- non sono che forme effimere in cui per qualche istante si cala la vita. Da qui, progredendo in una complessità via via crescente, scaturiscono una specie di esistenzialismo ante litteram e una concezione dell’alienazione come tratto dominante della vita sociale. E, di conseguenza una concezione dell’arte –dalla narrazione al teatro – come linguaggio che deve testimoniare questa drammatica condizione che è metafisica, ma osservata, analizzata anche nelle prospettive storiche in cui si manifesta. E’ una nuova prospettiva che rinnova profondamente il teatro borghese tradizionale, con il contributo di una riflessione metateatrale che derivava dalle avanguardie e dalle sperimentazioni a cavallo del passaggio tra i secoli XIX e XX. Ripensare oggi il tema della Verità – cogliendone le ramificazioni che dall’opera pirandelliana si irradiano nella cultura mondiale per tutto il secolo successivo- vuol dire sottoporre ad una radicale analisi le categorie di pensiero che attorno all’idea di Verità sono state elaborate per costruirne i tratti più funzionali alle istituzioni del pensiero scientifico, filosofico, artistico. Forse è possibile leggere l’intera storia del secolo XX e dell’inizio del XX come la vicenda dei tentativi di elaborare un modello di verità affidabile, confortante principio d’ordine, e dei tentativi opposti, di destrutturare quel modello per rilanciare un universo vitalistico, individualista, anarchico.
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Giancarlo De Cataldo, nato a Taranto nel 1956 è Giudice di Corte d’Assise a Roma, città dove vive dal 1974, anno in cui vi si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza. Scrittore, traduttore, autore di testi teatrali e sceneggiature per cinema e Tv, ha pubblicato come autore diversi romanzi, per lo più di genere noir. Collabora con diversi giornali, tra cui ‘La repubblica’. Il suo romanzo più fortunato è Romanzo criminale (2002), dal quale è stato tratto un film, diretto da Michele Placido, e una serie televisiva, diretta da Stefano Sollima. Tra i tanti suoi titoli, oltre al notevole Il padre e lo straniero (1977) ha pubblicato nel 2007 Nelle mani giuste, ideale seguito di Romanzo criminale, ambientato negli anni ’90 e con alcuni personaggi comuni, quindi nel 2013 Suburra che prefigura il mondo di Mafia Capitale, da cui anche è nato un film. Lo stesso è accaduto, e il regista è stato Mario Martone, nel 2010 con I Traditori, romanzo ambientato durante il Risorgimento italiano. Tra i tanti altri titoli si ricorda Il combattente. Come si diventa Pertini del 2014. Lezione magistrale: L’insostenibile verità della giustizia
Remo Bodei, nato a Cagliari nel 1938, dopo aver insegnato per anni Storia della Filosofia alla Normale di Pisa è docente di Filosofia alla UCLA – University of California Los Angeles dal 2006 ed è considerato uno dei massimi esperti del pensiero dell’idealismo classico tedesco e dell’età romantica. E’ socio dell’Accademia dei Lincei. Tra i suoi interessi il pensiero utopico e le forme della temporalità nel mondo moderno. Con i suoi studi ha indagato il costruirsi delle filosofie e delle esperienze della soggettività tra mondo moderno e età contemporanea, pervenendo a una riflessione critica sulle forme dell’identità individuale e collettiva. Tantissime le sue pubblicazioni e, tra i titoli recenti, sono: Il sapere della follia (2011) Generazioni (2014), La civetta e la talpa. Sistema ed epoca in Hegel (2014), Limite (2016) Scomposizioni (2016). Lezione magistrale: Pirandello e la finzione
Umberto Galimberti, nato a Monza nel 1942, psicanalista di formazione junghiana, è stato dal 1976 professore incaricato di Antropologia Culturale e dal 1983 professore associato di Filosofia della Storia. Dal 1999 è professore ordinario all’università Ca’ Foscari di Venezia, titolare della cattedra di Filosofia della Storia. Dal 1985 è membro ordinario dell’international Associ ation for Analytical Psychology. Dopo aver compiuto studi di filosofia, di antropologia culturale e di psicologia, ha tradotto e curato Jaspers, di cui è stato allievo durante i suoi soggiorni in Germania e tradotto Heidegger. È in corso di ripubblicazione l’intera e ricchissima sua opera nell’Universale Economica Feltrinelli: da Linguaggio e civiltà del 1977, (2° edizione ampliata 1984) a I miti del nostro tempo ( 2009) e Cristianesimo. La religione dal cielo vuoto ( 2012) , Il segreto della domanda (2013), L’usura della terra (2014). Lezione magistrale: Le vie errabonde della verità
Gabriele Lavia, nato a Milano nel 1942, attore e regista. Esordisce sul palcoscenico nel 1963 e si fa notare in spettacoli come “Edipo Re” (Teatro alla Scala, 1969) con regia di De Lullo e “Re Lear” (Piccolo Teatro di Milano, 1973) con la regia di Giorgio Strehler. Debutta alla regia teatrale nel 1975, con “Otello” di Shakespeare, autore ricorrente nella sua carriera, come del resto altri, tra cui Pirandello in cui è stato impegnato anche nell’ultima stagione. Il suo debutto cinematografico è in “Metello” del 1970 e nel 1983 dirige “Il Principe di Homburg” che aveva portato a teatro con grande successo e diviene il suo primo lungometraggio, col quale vince il Nastro d’Argento come migliore regista esordiente. Nel 1989 con Giancarlo Volpi fonda a Milano la Compagnia Lavia. È stato co-direttore artistico del Teatro Eliseo di Roma (dal 1980 al 1987), direttore artistico del Teatro Stabile di Torino (dal 1997 al 2000), del Teatro di Roma (2011-2015) e per alcuni anni del festival Taormina Arte. Nel 2004 è il vincitore del Premio Olimpici del Teatro per la migliore regia e per il migliore spettacolo (L’avaro di Molière). Lezione magistrale: Pirandello, il fiore e la morte
Valerio Magrelli, nato a Roma nel 1957, è ordinario di letteratura francese all’Università di Cassino. Ha diretto la collana di poesia “La Fenice” Guanda e la serie trilingue “Scrittori tradotti da scrittori” Einaudi. Tra i suoi lavori critici, Profilo del Dada (Lucarini 1990, Laterza 2006), La casa del pensiero: Joseph Joubert (Pacini 1995, 2006), Vedersi vedersi: Paul Valéry (Einaudi 2002, 2011; in traduzione Se voir se voir, l’Harmattan 2005) e Nero sonetto solubile (Laterza 2010). È autore di sei raccolte di versi e di tre volumi di prose editi da Einaudi. Nel 2002, l’Accademia Nazionale dei Lincei gli ha attribuito il Premio Feltrinelli per la poesia italiana. Lezione magistrale: Poesia e verità, il legame dei legami
Giorgio Patrizi, nato a Roma nel 1949, si è laureato e ha svolto a lungo attività di ricerca e didattica presso l’Università di Roma “La Sapienza”. Dal 2002 è professore ordinario di Letteratura Italiana presso l’Università del Molise, dove ha diretto il Dipartimento di Scienze Umane Storiche e Sociali. E’ stato visiting professor presso numerose università straniere, tra cui Berlino, Gand, Parigi VIII, Poitiers, Szeged, Rio de Janeiro, Edimburgo, Madrid. Ha collaborato a quotidiani e a programmi culturali della Rai, (RadioRai e RaiTV). È stato consigliere di amministrazione dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico (INDA) di Siracusa ed è socio fondatore delle fondazioni scientifiche Cisva e Artes Renascentes. La sua produzione scientifica si articola in studi dedicati al Rinascimento, alla letteratura tra Otto e Novecento e a quella contemporanea, con attenzione a temi della teoria e della critica letteraria, al dibattito della critica militante. Tra le sue ultime pubblicazioni sono: Prose contro il romanzo. Antiromanzi e metanarrativa nel Novecento Italiano (1997); L’Umorismo di Pirandello (1998); Narrare l’immagine. La tradizione degli scrittori d’arte (2000); Il saggio nel Novecento (2009); Gadda (2014) con cui ha vinto il premio Flaiano. Lezione magistrale: Pirandello: le parole, le vite, le verità